La riabilitazione ortopedica post operatoria è una fase molto importante, da cui dipende praticamente tutta la propria forma fisica e la salute derivata dall’intervento infatti è ampiamente dimostrato che la mancanza della fisioterapia rende, se non inutile, comunque incompleto il risultato postoperatorio.
La riabilitazione si pone come obiettivo quello di ripristinare una funzione e di far riacquisire l’autonomia di una persona in tutte quelle che sono le attività della vita quotidiana.
Negli ultimi anni l’immobilizzazione dell’arto dopo un’operazione ortopedica o traumatologica è stata praticamente ridotta al minimo riconoscendo piuttosto l’importanza di un lavoro di tipo riabilitativo per acquisire nuovamente tutte le funzionalità.
I tempi del percorso riabilitativo sono diversi da caso a caso poiché esistono moltissimi fattori che incidono sulla durata del ciclo fisioterapico e i principali riguardano:
- il distretto corporeo che è stato sottoposto a intervento
- il tipo di intervento eseguito
- L’età e le condizioni generali del paziente
C’è un altro aspetto che spesso non viene menzionato, ma che vale la pena sottolineare ed è la motivazione del paziente infatti, ogni paziente a seconda del proprio stato fisico, età e condizione può accelerare i propri tempi di recupero.
Il compito del fisioterapista è quello di aiutare il paziente a gestire la fase di guarigione dei dell’arto e/o dei tessuti operati attraverso tecniche e strategie finalizzate a:
- Recuperare la massima funzionalità
- Limitare il dolore ed eventuali infiammazioni
- Mobilizzare correttamente le articolazioni
- Evitare l’insorgere di movimenti scorretti, che potrebbero causare sforzi disfunzionali dal punto di vista biomeccanico
Possiamo individuare tre fasi principali del percorso di riabilitazione post operatoria:
- La prima fase si concentra sulla riduzione del dolore post-operatorio. L’inevitabile presenza di stati infiammatori ed edema può essere tenuta sotto controllo sin dai primi giorni.
- La seconda fase punta recupero funzionale. Dopo che i sintomi post-operatori sono attenuati il fisioterapista può decidere di aumentare l’intensità e la frequenza delle mobilizzazioni, sbloccando progressivamente la mobilità dell’arto.
- La terza e ultima fase della riabilitazione è generalmente costituita dal recupero della forza e dal miglioramento della resistenza per consentire al paziente di acquisire la massima funzionalità dell’arto possibile.
Ecco i distretti che è possibile trattare con efficacia:
- spalla: riparazione cuffia dei rotatori, stabilizzazione di spalla, acromionplastica e bursectomia, capsulotomia, fratture, protesi di spalla
- gomito: release nell’epicondilite, release nell’epitrocleite, release dell’ulnare al gomito, fratture
- polso e mano: tunnel carpale, suture tendinee, fratture
- anca: protesi d’anca, artroscopia, necrosi avascolare cefalica, conflitto femoro-acetabolare, anca a scatto
- ginocchio: protesi di ginocchio, ricostruzione legamento crociato anteriore, artroscopia, meniscectomia, condroplastica, lateral release, suture tendine rotuleo e quadrici pitale, fratture
- tibio-tarsica e piede: sutura tendine d’Achille, suture legamentose, artroscopia, fratture, rimozione sperone
- colonna: discectomia, microdiscectomia, laminectomia, stabilizzazione, cifoplastica, vertebroplastica, fratture