L’ecografia delle anche (neonatale) fa parte dello screening neonatale ed è consigliata sia ai maschi sia alle femmine e va eseguita, solitamente, entro i primi 2-3 mesi di vita (entro i primi 45 giorni in presenza di fattori di rischio), quando le anche non sono ancora particolarmente ossificate per per capire se l’articolazione dell’anca è esposta al rischio di sviluppare un’anomalia detta “displasia congenita dell’anca”.
Attraverso la tecnica degli ultrasuoni (non si utilizzano radiazioni), l’ecografia alle anche del neonato consente di individuare precocemente anomalie dell’articolazione coxo-femorale, studiando in modo molto approfondito e preciso le strutture anatomiche per capire se sono presenti fattori che possono comportare la displasia.
Entro i primi 3 mesi di vita le strutture articolari del neonato sono ancora sufficientemente plastiche da permettere la correzione del difetto qualora si evidenziassero anomalie. Si attende questo periodo anche perché nel primo mese di vita si possono riscontrare delle anomalie alle anche del neonato che, in modo fisiologico, rientreranno entro il terzo mese.
L’ecografia va invece effettuata già nelle prime settimane di vita se si presenta uno dei seguenti fattori di rischio:
- Ortolani positivo, ovvero quando la manovra di Ortolani (che viene fatta dal pediatra nei primissimi giorni di vita) riscontra un possibile problema.
- Familiarità ossia quando più parenti di primo grado (genitori o fratelli) hanno avuto la displasia congenita dell’anca.
- Presentazione podalica, ovvero quando il feto, posto in situazione longitudinale, si confronta con il canale del parto mediante l’estremità inferiore. Vale anche per quei neonati che, in utero, hanno mantenuto questa posizione a lungo (oltre il terzo trimestre di gravidanza) e poi al termine hanno cambiato posizione.
- Prematurità (bambini che nascono prima delle 36 settimane di età gestazionale)
- Gemellarità
Questo tipo di esame è di semplice esecuzione e utilizza la tecnica degli ultrasuoni (la stessa che si usa per monitorare la crescita del piccolo in gravidanza), non è invasiva, né dolorosa e non ha alcun tipo di controindicazioni o rischi per il piccolo. La sonda ecografica viene poggiata sulla cute del piccolo, mentre l’arto inferiore dello stesso lato viene mantenuto in posizione semi-estesa.
In conclusione, tenendo presente che la displasia congenita dell’anca è una condizione che può compromettere le modalità con cui il bambino potrà camminare una volta cresciuto, la diagnosi va effettuata quanto prima, al fine di mettere a punto un trattamento ortopedico adeguato che consenta di minimizzare le conseguenze della patologia. L’ecografia delle anche è il metodo di diagnosi più accurato per individuare situazioni anche minime di immaturità articolare e ridurre i rischi di una diagnosi tardiva.
Il referto è immediato, ovvero viene consegnato al paziente subito dopo la conclusione dell’esame.
PREPARAZIONE
Per questo esame non è prevista alcuna preparazione particolare.
E’ necessario presentarsi all’esame con i referti di qualunque altro esame fatto in precedenza (RMN, RX, esami del sangue, ecc…), lettere di dimissione dopo ricoveri e farmaci assunti abitualmente.