L’ecografia dell’anca è un esame utile all’analisi dettagliata di strutture come tendini, muscoli, legamenti, tessuti molli sottocutanei e l’articolazione coxo-femorale. L’esame fornisce immagini molto precise spesso non visibili nelle radiografie tradizionali e di qualità paragonabile a quella della risonanza magnetica.
E’ un esame di grande utilità in pazienti adolescenti o adulti per valutare sospette patologie infiammatorie dell’articolazione, acute o croniche, e malattie degenerative (per esempio l’artrosi).
Questa ecografia è utile per identificare eventuali anomalie o mal posizionamenti dell’anca, che vengono definiti con il nome di “displasia dell’anca”, che può causare problemi nello sviluppo dell’articolazione stessa e nella deambulazione.
COME SI SVOLGE L’ECOGRAFIA
Per l’esecuzione di questo tipo di esame (che ha una durata di circa 20 minuti) si utilizza un dispositivo chiamato trasduttore, che viene posizionato sulla pelle del paziente (dove viene spalmato un gel apposito) e che emette brevi impulsi di ultrasuoni ad alta frequenza che penetrano nei tessuti sottostanti. Le onde sonore si riflettono sulle diverse strutture anatomiche incontrate e vengono poi rilevate dallo stesso trasduttore, che funge anche da ricevitore. Un computer elabora queste informazioni in tempo reale e produce immagini dettagliate delle strutture interne, che vengono visualizzate su un monitor.
Il referto è immediato, ovvero viene consegnato al paziente subito dopo la conclusione dell’esame.
PREPARAZIONE
Per questo esame non è prevista alcuna preparazione particolare.
E’ necessario presentarsi all’esame con i referti delle ultime ecografie eseguite o di qualunque altro esame fatto in precedenza (RMN, RX, esami del sangue, ecc…), lettere di dimissione dopo ricoveri e farmaci assunti abitualmente.
E’ consigliato portare un referto del medico specialista oppure l’impegnativa del medico curante che riporti l’indicazione del cosiddetto “Quesito Clinico” (o Quesito Diagnostico), con tale termine si indica la diagnosi già accertata o sospettata, oppure il sintomo prevalente identificato dal medico curante del paziente o dallo specialista che richiede l’effettuazione dell’esame ecografico. La conoscenza del quesito clinico consente al medico ecografista di conoscere il motivo della richiesta dell’esame e dunque formulare risposte clinicamente precise rispetto al quesito posto.