Insieme all’ecografia del I trimestre e all’ecografia morfologica, l’ecografia del III trimestre fa parte delle ecografie di routine in gravidanza. Detta anche ecografia dell’accrescimento, si esegue fra la 30esima e la 32esima settimana di gravidanza e permette di valutare la crescita ed il benessere del feto così da rilevare per tempo un alterazione nello sviluppo intrauterino.
Prima di iniziare l’esame è bene identificare l’epoca gestazionale sulla base dell’UM vera o ricostruita ecograficamente o sulla base di un’ecografia eseguita entro le 22 settimane, meglio se del I trimestre. In assenza di datazione, non sarà possibile datare la gravidanza sulla base dei dati biometrici rilevati nel III trimestre.
Durante l’esame, la futura mamma viene sdraiata su un lettino e viene applicato un apposito gel sulla pancia. Il medico utilizza poi una sonda ecografica per visualizzare il feto e valutare la sua crescita. L’esame dura circa 30 minuti.
Si misurano alcuni parametri ( diametro biparietale, circonferenza cranica e addominale, lunghezza del femore) che vengono confrontati con i valori rilevati nelle precedenti ecografie e con i parametri di riferimento della settimana di gestazione (valutazione del percentile). In tal modo sarà possibile riconoscere un accrescimento fetale inferiore o superiore a quello atteso. Per questo motivo è molto importante portare all’esame tutte le precedenti ecografie che potranno essere esaminate per evidenziare con certezza un eventuale problema.
Nelle gravidanze a basso rischio, questo esame non ha l’obiettivo specifico di riconoscere eventuali malformazioni, ma è possibile ricercare le eventuali anomalie che si possono manifestare proprio in quest’ultimo periodo di gravidanza come problemi alle vie urinarie, al sistema nervoso, all’apparato digerente, o patologie cardiache, benché lo sviluppo del feto in questo periodo non consenta un completo studio della sua anatomia.
Nel corso dell’esame si valuta anche la quantità di liquido amniotico (segno di benessere fetale), le condizioni e la posizione della placenta rispetto al collo dell’utero (per la diagnosi definitiva di placenta previa) e si visualizza la presentazione fetale (cefalica, podalica o trasversale).
Con tutte le misurazioni fatte durante l’ecografia e si calcolerà il peso presunto, che in genere ha un’approssimazione del 10% in più o in meno tale valore viene anche valutato alla luce di un grafico che lo mette in relazione con dimensioni medie, più piccole o più grandi (i cosiddetti percentili).
L’ecografia di accrescimento non è offerta dal SSN ad esclusione di alcune circostanze precise, ad esempio quando la gravidanza va oltre il termine o nel caso in cui si sospetti un problema con la crescita fetale.
Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre trent’anni e non sono stati riportati effetti dannosi anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.
ll referto è immediato, ovvero viene consegnato al paziente subito dopo la conclusione dell’esame.
PREPARAZIONE
Per questo esame non è prevista alcuna preparazione particolare.
E’ necessario presentarsi all’esame con i referti delle ultime ecografie eseguite o di qualunque altro esame fatto in precedenza, lettere di dimissione dopo ricoveri e farmaci assunti abitualmente.